Un vademecum per orientarsi nel magico mondo delle mascherine

A fronte dell’emergenza epidemiologica legata al COVID-19, dopo molti dibattiti sull’utilità o meno delle mascherine per limitare la diffusione del contagio e ridurre il fatidico R0, si è giunti alla conclusione che, soprattutto in vista della fase di
convivenza con il virus, siano uno strumento utile se utilizzate nelle modalità e con le regole corrette.
Le nostre città e le nostre aziende, si sono riempite di volti mascherati e, questa peculiare caratteristica, che un tempo ci sembrava così distante e relegata solo ad alcuni Paesi asiatici, si è oggi diffusa in tutto il mondo. Un “mondo mascherato” in cui, però, spesso, risulta complicato orientarsi tra tutti i vari modelli di mascherine soprattutto perché, queste ultime, non svolgono una funzione meramente estetica – come tutti gli altri capi di abbigliamento che siamo abituati ad indossare – ma tutelano la nostra salute.
In tal senso, il presente vademecum, vuole essere una guida per tutti coloro che, nei
prossimi mesi, dovranno acquistare le mascherine per la propria attività e i propri collaboratori o, come privati cittadini, giunti in farmacia, si troveranno ad affrontare l’annoso dilemma della scelta della mascherina tra un’ampia gamma di prodotti divers

1. Quali mascherine sono necessarie?

In primo luogo, giova ricordare che il DPCM del 26 aprile ultimo scorso, al punto 6 dell’allegato 6, prevede che le aziende, nelle svolgimento delle loro attività, utilizzino ALMENO le mascherine chirurgiche come di seguito riportato:

“Nella declinazione delle misure del Protocollo all’interno dei luoghi di lavoro sulla base del complesso dei rischi valutati e, a partire dalla mappatura delle diverse attivià dell’azienda, si adotteranno i DPI idonei. E’ previsto, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l‘utilizzo di una mascherina chirurgica, come del resto normato dal DL n. 9 (art. 34) in combinato con il DL n. 18 (art 16 c. 1).

Mentre, ai commi 2 e 3 dell’Art. 3, prevede che per i cittadini:

Comma 2: “…è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi confinati aperti al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonchè i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.”

Comma 3: “Ai fini di cui al comma 2, possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.

In sintesi, come emerge chiaramente dalle disposizioni del suddetto DPCM, in ambito lavorativo è necessario utilizzare mascherine ALMENO chirurgiche – in alcuni casi e per particolari produzioni è previsto, ma lo era anche prima dell’emergenza COVID, l’utilizzo di DPI di livelli superiori (es. mascherine FFP2, FFP3, ecc.) -, mentre, per i comuni cittadini sono sufficienti le mascherine cd. di comunità.

2. Come orientarsi tra le varie tipologie?

Per orientarsi meglio tra queste diverse tipologie di mascherine si può fare riferimento allo schema redatto da Confindustria Dispositivi Medici, che sottolinea come, nella pratica, si possano configurare tre fattispecie:

1 – Mascherine FFP2 o equivalenti (dispositivi di protezione individuale): tali dispositivi per essere utilizzati devono necessariamente ottenere una certificazione CE – prodotta da un ente certificatore valido – a meno che, come previsto dall’art. 15, comma 3, del decreto legge n. 18 del 2020, non abbiano ricevuto l’approvazione all’utilizzo in deroga da parte dell’INAIL. In tal senso, si riportano, di seguito:

2 – Mascherine chirurgiche (dispositivi medici): in questo caso essendo un dispositivo medico di Classe I – secondo la Direttiva CEE 93/42 – non è necessario il rilascio da un ente certificato della certificazione CE (a differenza dei dispositivi medici di classe II e classe IIR) ma è sufficiente che il produttore apponga la marcatura CE attraverso una specifica dichiarazione di conformità. Però, alla luce dell’attuale situazione, è previsto l’utilizzo in deroga, limitatamente al periodo di emergenza, di maschere facciali ad uso medico anche prive del marchio CE se approvate dall’Istituto Superiore di Sanità. In tal senso si riportano, di seguito:

Si noti bene che l’utilizzo delle mascherine prodotte e commercializzate secondo le autorizzazioni rilasciate in deroga da ISS e INAIL è valido sino al termine dello stato di emergenza che, salvo proroghe, è previsto per il prossimo 31 luglio 2020.

3 – Mascherine per la collettività: l’uso a scopo precauzionale di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti disposizioni sull’immissione in commercio non è soggetto ad alcuna valutazione dell’INAIL o dell’ISS. Per tali prodotti, che per la loro destinazione non si configurano né come DPI né come DM e pertanto non possono essere utilizzati né dai lavoratori per i quali è prescritto l’uso di specifici DPI, né dagli operatori sanitari durante il servizio, è esclusa l’applicazione delle procedure straordinarie di cui all’articolo 15, ma è previsto che il produttore garantisca che le mascherine non arrechino danni o determino rischi aggiuntivi per gli utilizzatori secondo la destinazione d’uso prevista dai produttori stessi (circolare Ministero della Salute del 18/3/2020 n. 3572).

3. Come acquistare le mascherine?

A ciascuna di queste fattispecie, qualora i prodotti fossero importati, corrispondono diverse indicazioni che sono riassunte, soprattutto con riferimento alle procedure di svincolo celere e svincolo diretto e alle relative tassazioni, nel documento di sintesi redatto da Confindustria e ai seguenti link:

Qualora dovessero permanere eventuali dubbi, si suggerisce di consultare le FAQ predisposte dall’Agenzia delle Dogane.

Per agevolare l’acquisto delle mascherine e, più in generale dei DPI, da parte delle imprese, il Governo ha previsto due strumenti:

ma, nonostante questo, il reperimento delle mascherine risulta ancora complicato sia per le aziende che per i privati cittadini. In tal senso, le fonti di approvvigionamento restano: l’import e le aziende italiane che si sono riconvertite, per le imprese; le farmacie o la grande distribuzione, per i cittadini.
Per facilitare l’acquisto, quindi, si segnalano, di seguito, alcune iniziative attivate proprio in tal senso:

  1. Un elenco di potenziali fornitori di mascherine importate (sia DM che DPI) proposto da Assolombarda;
  2. Un elenco di aziende della bergamasca che si sono riconvertite – con il supporto di Confindustria Bergamo – e hanno ricevuto l’autorizzazione dall’ISS per la produzione e commercializzazione di mascherine chirurgiche;
  3. Trovamascherine.org un progetto nato con lo scopo di fornire, in maniera sicura, veloce e gratuita, un servizio ai cittadini per trovare nella propria zona farmacie con disponibilità di dispositivi come mascherine, gel disinfettanti, guanti monouso e termoscanner.

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